La scena è sempre la stessa: è sera, sei nel tuo ristorante e stai servendo dei clienti, lontano dalla cassa, e il telefono squilla. Sempre quando sei lontano, ovviamente, per la legge di Murphy. Corri a rispondere, e senti la voce del tuo cliente abituale, quello delle consegne a domicilio, che ti saluta. Prendi la penna, cerchi di incastrare la cornetta tra il mento e la spalla, facendo attenzione a non schiacciare con l’orecchio i tasti del telefono, e cominci a scrivere. Quella sera il tuo cliente ha gente a casa, c’è la semifinale di Europa League. 12 ordinazioni diverse, ognuna con richieste di varianti che ti fa perdere ogni volta il filo. Sono 6 minuti di telefonata, e devi aggiungere quella subito a seguire, con il ripensamento della cugina che non vuole più l’hamburger vegano. Come se non bastasse, scrivendo di fretta sul taccuino hai tralasciato un paio di elementi fondamentali, che ti torneranno indietro come un boomerang nella telefonata post-consegna del cliente arrabbiato che sottolinea la mancanza della maionese light per le patatine.